Ogni mese Quarta Caffè rende omaggio ai personaggi del passato
Ogni mese Quarta Caffè rende omaggio ai personaggi del passato che hanno dato lustro al Salento; 12 illustrazioni monografiche di Paolo Guido per riportare a nuova vita la nostra storia.
Gaetano Quarta (Lecce 3 settembre 1927 - Lecce 9 Ottobre 2003)
Quarta Caffè e i personaggi illustri salentini, questo mese con non poca emozione ricordiamo GAETANO QUARTA - Imprenditore, innovatore, Cavaliere del Lavoro (Lecce 3 settembre 1927 - Lecce 9 Ottobre 2003)
Dal libro “LECCE - La quarta porta” Ed. Congedo
Il nome di mio padre è legato al caffè. Al caffè dei Leccesi. E al gusto, al profumo del Salento. Al tepore del caffè caldo, bevuto a casa o al bar, nei nostri umidi inverni tra due mari. E al dissetante sollievo del caffè in ghiaccio delle nostre estati afose, roventi. A quel gusto speciale che un palato salentino riconosce subito come “casa”.
Quinto Ennio (Rudie, Taranto, 239 a. C. - Roma 169 a. C.)
Autore degli Annales, un poema epico in 18 libri, che narrano in ordine cronologico gli avvenimenti della storia di Roma e del Lazio a partire dall'arrivo di Enea. La grande novità di E. è la sostituzione dell'esametro eroico, il verso dell'epica greca, al saturnio: con ciò egli pose il fondamento della poesia latina; e se l'esametro enniano è ancora duro e rozzo, se la ricerca degli effetti trascinò il poeta a usare assonanze e allitterazioni sgradevoli per il gusto raffinato dell'età successiva, egli aprì comunque la via alla poesia augustea.
Giovanni Paisiello (Taranto 1740 - Napoli 1816)
Si formò a Napoli, dove visse e operò per la maggior parte della sua vita, eccetto due significative eccezioni: i soggiorni a San Pietroburgo (1775-84) al servizio di Caterina II e a Parigi (1802-04) su esplicita richiesta di Napoleone. La sua importanza storica è legata alla sua produzione teatrale, che annovera un centinaio di opere.
Antonio De Ferrariis (Galatone 1444 - Lecce 1517)
Quarta Caffè e i personaggi illustri salentini, questo mese ricordiamo Antonio De Ferrariis, meglio conosciuto con il nome di Galateo, letterato, medico, filosofo. Galatone 1444 - Lecce 1517
DE FERRARIIS, Antonio. - Nacque a Galatone (prov. di Lecce), donde trasse il nome accademico di Galateo, dal notaio Pietro e da Giovanna d'Alessandro. Non si conosce con sicurezza l'anno della nascita - una consolidata tradizione critica ha indicato il 1444.
Pantaleone - Otranto (vivente) ca. 1165 d.C.
PANTALEONE. – Non si conoscono il luogo e le date di nascita e di morte di questo presbitero menzionato (vivente) nel 1165 nella scritta commemorativa del mosaico pavimentale della navata centrale della cattedrale di S. Maria Assunta a Otranto, sotto la scena dell’Arca di Noè. Si tratterebbe di un membro appartenente al clero secolare che aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale, vale a dire il più alto grado degli ordini maggiori prima di quello del vescovo. Poiché ciò avveniva di solito non prima dei trent’anni, considerata allora l’età canonica, si può dunque circoscrivere la sua data di nascita entro la prima metà del XII secolo.
Giuseppe Zimbalo (Lecce ca. 1617/20 - 1710)
Nato e cresciuto a Lecce, Z. proveniva da una nota famiglia di artisti. Il padre Sigismondo svolgeva la professione di mastro architetto ed era figlio di uno dei più noti scultori e architetti leccesi: Francesco Antonio Zimbalo. Iniziò la sua carriera lavorando a fianco del padre, con cui compare in diverse opere edilizie. Proprio per questo fu soprannominato Zingarello, italianizzazione del leccese Zimbarieddhu, che significava piccolo Zimbalo, per distinguerlo dal padre. Egli si distinse presto quando progettò la parte superiore della facciata della basilica di Santa Croce (1646), ma l'opera indubbiamente più importante è il duomo di Lecce, iniziato nel 1659, con l'annesso campanile, che Z. realizzò tra i 1661 e il 1682.
Antonietta De Pace
Nacque a Gallipoli (Lecce) il 2 febbr. 1818 da Gregorio, ricco banchiere, e da Luisa Rocci Cirasoli, ultima di quattro sorelle. La morte del padre (la D. aveva otto anni) provocò lo sperpero e la dispersione del patrimonio familiare. Dopo un soggiorno in collegio, dove compì gli studi, si formò a Lecce presso la sorella Rosa, moglie di Epaminonda Valentini che era, insieme con Sigismondo Castromediano, eminente rappresentante in provincia di Lecce del movimento antiborbonico. Si formò quindi in un ambiente pervaso da sentimenti patriottici, e col tempo divenne il braccio destro del cognato.
Giuseppe Palmieri
Nacque a Martignano di Lecce il 5 maggio 1721, primogenito del marchese Carlo Antonio (1699-1762), da cui avrebbe ereditato il titolo, e della nobildonna Laura Venneri. Nel 1734, ancora adolescente, lasciò gli studi presso il collegio dei gesuiti di Lecce e si arruolò nel reggimento di fanteria Real Borbone, dove lo zio Pietro Pasquale Palmieri era capitano e comandante di compagnia. Il 21 giugno di quell’anno ottenne il brevetto di sottotenente della compagnia di fanteria di don Francesco Basta. Appena arruolato e nominato alfiere, partì per Messina, dove era stanziato il suo reggimento, impegnato nell’assedio della cittadella e del Forte Gonzaga, in quel momento ancora in mano agli imperiali asburgici. Fonte: www.treccani.it
Vittorio Bodini
Nato a Bari da famiglia leccese il 6 gennaio 1914, morto a Roma il 19 dicembre 1970. Nella sua poesia (La luna dei Borboni, 1952; Dopo la luna, 1956; La luna dei Borboni e altre poesie, 1962; Metamor, 1967; Poesie, a cura di O. Macrì, 1972, e infine Tutte le poesie (1932-1970), a cura di O. Macrì, 1983) confluiscono tre fondamentali motivi: quello dell'origine salentina, espresso in costante mediazione tra memoria fantastica e realtà storica; quello dell'esperienza spagnola, risalente al suo soggiorno madrileno degli anni 1946-50; infine quello dell'acceso dibattito tra il persistente ermetismo e l'insorgente neorealismo. Fonte TRECCANI /ENCIPLOPEDIA ITALIANA
Cosimo De Giorgi
Nato a Lizzanello, presso Lecce, il 9 febbraio 1842 si diplomò in Belle Lettere e Filosofia nel 1858 presso il Liceo-Convitto di Lecce, retto dai Gesuiti. Nel 1864 si laureò in Medicina a Pisa e nel 1866 in Chirurgia a Firenze. Contrariamente al suo desiderio di recarsi all’estero per specializzarsi, nel 1867 dovette ritornare al paese natio per assistere i familiari in occasione di un’epidemia di colera. Avviatosi all’esercizio della professione, si dedicò interamente ad attività utili alla collettività nell’ambito di varie istituzioni. Fonte (scienzasalento.unile.it)
Giulio Cesare Lucilio Vanini
Filosofo (Taurisano, Lecce, 1585 - Tolosa 1619). Entrato nell'ordine dei carmelitani a Napoli (1603), girovagò, col confratello Giovanni Maria Ginocchio, per i paesi riformati e quindi, insieme con lui, si convertì all'anglicanesimo (1612). Sospetto agli anglicani per il suo spirito ribelle e "libertino", tornò al cattolicesimo e ottenne l'autorizzazione a pubblicare l'Amphitheatrum Aeternae Providentiae divino-magicum, christiano-physicum, necnon astrologo-catholicum, adversus veteres philosophos, atheos epicureos, peripateticos et stoicos (1615) e l'anno dopo i dialoghi De admirandis naturae reginae deaeque mortalium arcanis. Fonte (treccani.it)
Marìa d'Enghien contessa di Lecce regina di Sicilia
Erede (n. nella contea di Lecce 1370 circa - m. Lecce 1446) del fratello Roberto, conte di Lecce, portò i suoi feudi in dote a Raimondo Orsini-Del Balzo (1384) e, dalle lotte tra angioini e durazzeschi, ottenne col marito l'investitura del principato di Taranto. Morto Raimondo (1406), re Ladislao di Durazzo tentò di piegare la troppo potente feudataria, ma ottenne il principato solo sposandola. Morto Ladislao (1414), fu tenuta quasi prigioniera dalla nuova regina, la cognata Giovanna II. Più tardi ebbe restituiti i feudi e, ceduto il principato al figlio, Giovannantonio Orsini-Del Balzo, si ritirò nella sua contea di Lecce, seguendo le alterne fortune del figlio. Fonte (treccani.it)
Tito Schipa - Tenore (Lecce 1889 - New York 1965)
Dopo il debutto a Vercelli nel 1911, si avviò rapidamente a una brillante carriera internazionale, dapprima in un repertorio vasto ed eterogeneo, in seguito selezionando accuratamente i ruoli in funzione delle sue particolari doti vocali, tutte improntate a una tecnica raffinatissima, grazie alla quale S. suppliva a una certa limitatezza nell'estensione e nel volume della voce. Per le sue qualità di tenore lirico-leggero si distinse in modo particolare in opere come L'elisir d'amore di G. Donizetti e il Werther di J. Massenet. Si ritirò dalle scene nel 1955. Fonte (treccani.it)